Nato a Fonzaso (Belluno) e vissuto ad Aosta, attualmente vive e lavora tra Bologna e Ferrara.
Ha percorso a piedi valli e montagne in ogni angolo del mondo. In Nepal ha realizzato molti degli itinerari classici del trekking, dal Dolpo al Barun. Sempre lungo la catena himalayana ha effettuato traversate nelle regioni del Ladakh, Lahoul, Zanskar e Garwal; poi in Pakistan (Karakorum), nel Sinkiang (Pamir), in Tanzania, Sudan, Algeria, Mali e in Etiopia dove, con Ugo Antonelli, ha realizzato un documentario tra le primitive popolazioni Surma.
Molto legato al deserto del Sahara, meta di diverse spedizioni, ne ha disceso con gli sci le dune più alte. Nel 1989 ha compiuto una traversata nel Grand Erg Occidentale con gli sci da sci-alpinismo, ripetuta nel 1999 nel Grand Erg Orientale.
Sempre con gli sci è sceso lungo alcuni ghiaioni dolomitici e dai pendii di alcuni vulcani (sassi e ghiaia).
La sua attività alpinistica inizia, a metà degli anni ’80, sulle Ande, salendo , il Cristobal Colon (m.5.775) in Colombia, il Wayna Potosì (m.6.088) in Bolivia, il Cotopaxi (m.5.897) e il Chimborazo (m.6.310) in Ecuador, il Popocatepetl (m.5.452) ed il Pico de Orizaba (m.5.760) in Messico, le due vette più elevate del centro-america e nel 1988 l’Island Peak (m.6.189) in Nepal.
Nell’estate ‘92 raggiunge con gli sci la cima del Muztagh Ata (m.7.546), nel Pamir cinese. Nel 1993 sale, a quindici giorni di distanza tra una vetta e l’altra, il Kang Yatse (m.6.400 ) ed il Kedar Dome (m.6.831) nel nord dell’India. Nel 1994 è la volta di alcuni vulcani della Kamchatka, penisola all’estremo nord-est della Siberia, dove raggiunge la cima del Avacisky (m.2.751) e del Vilucisky (m.2.200). Nel 1995 realizza una traversata nel pack dello stretto di Bering in periodo post-invernale, prima spedizione occidentale dal versante siberiano, in parte con le slitte trainate dai cani e in parte con gli sci.
Nel 1996 compie una traversata a piedi tra “Le Montagne del Mistero” nella catena sperduta dell’Amnye Machen nel Quinghai in Cina. Nel mese di maggio 1996 compie un’impresa simile alla precedente in Ciukotka (slitte e sci), questa volta nel nord della Groenlandia, oltre la zona di Thule e nell’aprile del 1997 si ferma a pochi chilometri dal Polo Nord, respinto da una forte deriva, con un team internazionale di cui fanno parte Victor Boyarsky , Victor Serov, Hubert Messner e Christoph Hoebenreich.
Nell’agosto ‘97 è in vetta al Parinacota (m.6.342) ed al Lascar (m.5.592), quest’ultimo vulcano attivo, in Cile ed il Licancabur (m.5.916) in Bolivia. Al Miniques (m.5.910) deve rinunciare a 70 metri dalla cima per una tempesta di neve. Nell’aprile ’98 effettua la traversata di Spitsbergen Island (isole Svalbard) con sci e slitta al traino in totale autonomia con Gabriele Sinibaldi e Karl Konzert e in agosto sale il Cerro Pili (m.6.064), il Sairecabur (m.5.971) e l’Aucanquilcha (m.6.176) nel nord del Cile, in pieno inverno sudamericano, riportando sul Pili dei congelamenti alle dita dei piedi.
Nel dicembre 1999 è in vetta all’Ojos del Salado (m.6.885) in Cile, seconda vetta più alta del continente americano e vulcano più alto del mondo.
Nell’agosto 2000 ritorna in Perù; al Huascaran (m.6.768) è costretto a scendere per la neve fresca oramai giunto alla Garganta; arriva successivamente in vetta al Misti (m.5.882), il vulcano che incombe su Arequipa.
L’11 dicembre compie la salita al Mt. Vinson (m.4.897) in Antartide con una spedizione austriaca, quarta salita italiana di sempre, e 2 settimane dopo raggiunge in 4 giorni con Giuseppe Comba la vetta del Llullaillaco (m.6.740) nel nord del Cile.
Nell’estate 2001 sale sull’Ararat (m.5.165) in Turchia e nel 2003 partecipa alla spedizione francese EVEREST 50, la spedizione del cinquantenario, come unico straniero. La spedizione è guidata da Jean-Michel Asselin e vi fanno parte anche Patrick Berhault e Patrick Gabarrou. Si ferma sotto la Banda Gialla.
Nel 2005 partecipa ad una spedizione internazionale in Antartide nel Mare di Ross. Ad agosto sale in 10 giorni il Monte Bianco e l’Elbrus (m.5.642) in Caucaso ed in settembre arriva in vetta al Kilimanjaro (m.5.895) in Tanzania (2 Seven Summits in meno di un mese).
Il 27 gennaio 2006 raggiunge la cima dell’Aconcagua (m.6.962) in Argentina e il 29 maggio è la volta del Denali in Alaska (m.6.194). In meno di 10 mesi Mario ha salito 4 Seven Summits ed è il primo europeo e il terzo al mondo a realizzare una performance simile.
L’estate 2006 è dedicata ai vulcani dell’Indonesia. In 5 giorni sale l’Agung (m.3.142), il Batur(m.1.717) e il Rinjani (m.3726) nelle isole di Bali e Lombok.
Il 12 novembre 2006 alle ore 12,10 arriva in vetta al Carstensz (m.4.884) la cima più elevata dell’Oceania in Irian Jaya e Mario in 15 mesi ha salito 5 Seven Summits (Elbrus, Kilimanjaro, Aconcagua, Mckinley, Carstensz), primo europeo ha compiere un’impresa del genere, e realizzando così la seconda salita italiana al Carstensz dopo quella di R.Messner del 1986.
Nell’inverno centro-americano, ha raggiunto la cima di diversi vulcani del Costa Rica e salito la cima più alta del Paese, il Cerro Chirripò di 3.820 metri (30 dicembre 2006).
Il 18 maggio 2007, alle ore 10,24 Mario arriva in vetta all’Everest (m.8850) salendo dal versante nord della montagna.
Completa così le Seven Summits, secondo italiano dopo R.Messner, e in 21 mesi realizza 6 delle 7 cime più alte dei 7 continenti, confermandosi il primo europeo in un tempo così breve.
80 giorni dopo il Monte Everest Mario sale il vulcano Damavand (mt.5671) in Iran (il vulcano più alto dell’Asia) e chiude così la triade caucasica che include anche l’Ararat e l’Elbrus, saliti tutti e tre con l’amico Renzo Mondadori.
Il 28 dicembre 2007 Mario sale il Mount Giluwe (mt.4.368), il vulcano più elevato dell’Oceania in Papua Nuova Guinea, e porta a quota 6 su 7 i Volcanic Seven Summits, i 7 vulcani più alti dei sette continenti.
Alla fine di dicembre Mario raggiunge la vetta del Giluwe in Papua Nuova Guinea e compie così la sesta e penultima vetta delle Volcanic Seven Summits.
Ai primi di agosto del 2008 compie, con Renzo Mondadori, la traversata a piedi del Salar de Uyuni da ovest ad est, e sale successivamente il vulcano Pabellon, di 5.498 metri, e l’Uturuncu di 6.008 metri.
Nel giugno 2009 sale la cima più elevata dell’Islanda, l’Hvannadalshnjùkur di 2.119 metri e a luglio è la volta del Fuji in Giappone di 3.776 metri.
In agosto in Guatemala raggiunge la vetta dei vulcani Atitlan (m.3.573) e del San Pedro (m.2.995) e al Pacaya e all’Acatenango, vulcani questi in attività, arriva in prossimità del bordo del cratere.
L’11 gennaio 2010 è la volta della cima del Cerro Bonete (m.6759) in Argentina mentre ad ottobre compie la traversata della South Georgia con una spedizione internazionale guidata da Chrisoph Hoebenreich, lungo il percorso compiuto da E.Shackleton nel 1916 nel suo epilogo con l’Endurance. Quella di Mario è la seconda traversata italiana dopo quella di R.Messner del 2000 con C.Anker e S. Venables.
Il 4 gennaio 2011 è nuovamente in Antartide in vetta al Vinson (via diversa rispetto alla sua prima volta) ed è l’unico italiano ad aver salito 2 volte la cima pià elevata del continente, poi il 23 gennaio con la salita al Sidley, il vulcano pià alto, completa le Volcanic Seven Summits in compagnia della sedicenne rumena Coco Popescu, primi al mondo a realizzare una performance del genere.
Mario Trimeri diventa così
il primo al mondo ad aver salito sia le
Seven Summits
e sia le
Volcanic Seven Summits
La salita al Sidley compiuta da: Mario Trimeri, Coco Popescu, Alex Abramov e Scott Woolums è da considerare la prima salita mondiale (ed ufficiale) perchè quella ipotetica di Atkinson non ha nessun documento che la confermi.
Mercoledì 6 luglio 2011 Mario raggiunge la vetta del Kazbek (m.5.033) in Georgia con un team russo con a capo Dima Yerbakov. Il Kazbek è il secondo vulcano più alto d’Europa dopo l’Elbrus.
Sabato 13 agosto 2011 Mario arriva in vetta al Misti, in Perù, con il nipote Diego Toigo, e questa è la sua seconda salita al vulcano che domina la città di Arequipa.
Mario ha poi raggiunto la vetta del Cerro San Francisco, m. 6.036, posto in territorio argentino (Sud America) ai confini con il nord del Cile, il 3 gennaio 2012, e il 4 marzo ha realizzato la prima salita italiana al Mount Scott (m.880) nella penisola antartica (Antartide).
Nel frattempo, tra gennaio e marzo 2012, ha tentato per altre 2 volte la salita al Pissis (con in più una precedente da aggiungere 2 anni prima) sempre respinto da condizioni meteo impossibili e questa è una montagna, la terza più elevata del continente americano, veramente difficile da raggiungere con tempo brutto.
Il 28 maggio compie la salita del GunnbJornsFjeld, m. 3.693 (Groenlandia), la montagna più elevata dell’isola, terza salita italiana, e di altre 6 cime (Forefinger, Flashpoint, ed altre senza nome tutte oltre i 3.000 metri) nella regione delle Watkins Mountains.
Il 13 agosto 2012 Mario ha raggiunto la cima del Manua Kea, m.4.205, alle isole Hawaii (USA).
A novembre il tentativo della traversata della regione di Queen Maud Land in Antartide con Christoph Hoebenreich, Michael Martin e Ralf Leistl si è arenato a Cape Town per condizioni meteo pessime; il progetto è stato spostato di un anno e la spedizione partirà il prossino novembre 2013 per la realizzazione di un documentario televisivo e di 2 libri, uno sui deserti bianchi e uno sul Pianeta Bianco, rispettivamente di M.Martin e dello stesso Mario Trimeri.
Alla fine di aprile 2013, Mario compie la traversata dell’isola Reunion e sale, con Renzo Mondadori e Diego Toigo, le 2 cime vulcaniche più elevate: il 29 aprile il Piton de Neige (m.3.069) e il 26 aprile il Piton da la Fournaise (m.2.632). Il 5 agosto è stata la volta del Fuji del Giappone (seconda volta in vetta per Mario) e di seguito il 14 agosto in vetta al Teide (m.3.717) alle isole Canarie.
Il 21 novembre 2013 Mario è il primo italiano in vetta al Tungespissen (m.2.277) in Queen Maud Land in Antartide e per lui questa è la sua terza prima salita italiana nel Continente Bianco dopo Mount Sidley e Mount Scott.
Dal 3 maggio 2014 Mario Trimeri è da annoverare come
ACCADEMICO
del GISM
Gruppo Italiano Scrittori di Montagna
Accademia di Arte e Cultura Alpina
dopo approvazione all’unanimità del Consiglio Direttivo del GISM
Nell’agosto 2014, il giorno 3.08, Mario ha salito il vulcano Licancabur, nel sud della Bolivia e nei giorni 8-9-10 agosto, ha compiuto la traversata a piedi del Salar de Uyuni da nord a sud, a conclusione dell’altra traversata, compiuta nel 2008, da ovest ad est.
Il giorno 15 settembre 2014 Mario ha salito la cima sud, di 3.879 metri, e la nord, di 4.095 metri, del Monte Aragats in Armenia, concludendo le 5 perle vulcaniche del Caucaso dopo aver già salito il Damavand in Iran, il Kazbeck in Georgia, l’Ararat in Turchia e l’Elbrus in Kabardino Balkaria.
Nel dicembre 2014 Mario è tra i cavatori di sale della Dancalia (Dallol) e sul vulcano attivo Erta Ale in Etiopia.
Nel mese di aprile 2015, è la volta di Penny Ice Cap e Tete Banche in Baffin Island nel nord del Canada, quarta cime delle sue Seven Summits Islands, ma la spedizione internazionale composta da due sudafricani, Mattew Holst e Fiona McIntosh, è costretta a far ritorno a Panringtung perchè la guida scozzese presenta dei congelamenti alle dita dei piedi. E’ incredibile, e la prima volta, che una spedizione finisce male perchè la guida si dimostra nei fatti la più incapace e la meno credibile di tutti.
Il 18 ottobre Mario raggiunge la cime del vulcano Kerinci, nell’isola di Sumatra in Indonesia, sua quarta Seven Summits Island, mentre il giorno 14 ottobre non aveva potuto raggiungere la vetta del Kinabalu, nel Borneo, a causa della chiusura del sentiero per colpa del terremoto che aveva fatto franare la via verso la cima.